26 ottobre 2011 - Castel del Rio
Colazione da Isa (al bar) - Castel San Pietro - Val Sellustra - Casa di Gianni ? - Castel del Rio.
Breve visita al Ponte Alidosi
Pranzo al Ristorante il Gallo a base di marroni
A piedi passeggiata sulla strada per le Selve
 7 Km  disl 300 m    2.15 Ore

Partecipanti: li avrà contati la Laura, che è più brava..
Tempo orrendo la mattina, con nebbia sui 500 m. Grigio senza pioggia il pomeriggio.
Ritorno via Sassoleone-Bisano con nebbia.

IL DIARIO DI LAURA

Destinazione       Castel del Rio

Partecipanti        Angela, Anna P, Carla, Cate, Dani, Iso, Laura, Lucia, Luisa,Mariella, Patti, Sandro, Pino, Titti

Durata                  due ore e mezzo

Tiro su le tapparelle e vedo che piove a dirotto. Torniamo a letto? No, prendiamo l’ombrello e usciamo. Non sarà che, come dice Alberto, siamo dei maniaci? Alle nove e mezzo siamo sotto la casa di Isa, e siamo in quattordici.

Facciamo colazione assieme a lei, poi la salutiamo – oggi non può venire – e partiamo.
 Piove, ma noi andiamo avanti baldanzosamente, perché abbiamo avuto da Sandro la promessa che nel pomeriggio smetterà , e Sandro è un uomo d’onore.
 Il progetto sarebbe di visitare la rocca di Dozza – se è aperta, tanto per stare al riparo. Ma poco dopo Castel S. Pietro a Carla viene in mente che per raggiungere Castel del Rio passeremo davanti alla casa di Floriana e Gianni e propone di andare a trovarli. La proposta viene accettata. Cerchiamo  Flo che ci dice che lei è a Bologna, e Gianni è da solo nella casa di campagna. Gli telefoniamo per avvertirlo e dargli l’opportunità di nascondere un’eventuale amante nell’armadio, ma non c’è campo. Speriamo bene. Arriviamo e lui è tutto contento di vederci e di farci fare la visita guidata della casa, che è molto bella e molto grande, ma anche molto fredda, come succede sempre alle seconde case. Quando decidiamo di aver incamerato abbastanza freddo, salutiamo affettuosamente Gianni e ripartiamo.
 Piove. Sarebbe bello se si fosse Hedy Lamarr – l’attrice austriaca che, trasferitasi a Hollywood, aveva fatto  istallare nel suo giardino un sistema  di pioggia artificiale per sentirsi a casa. Se non lo si è, invece è una rottura.
Il paesaggio comunque ha una sua umida bellezza, lucida e pulita. Poi smette di piovere e compaiono nuvole basse  che si muovono, e i campi e le colline ci giocano a nascondino. Verso mezzogiorno arriviamo a Castel del Rio.
 C’è il mercato – ben due banchetti di abbigliamento e uno di frutta e verdura. Comperiamo marroni, non tanto grandi perchè quest’anno non ha mai piovuto, ma a un prezzo molto buono . Ci sono anche dei frutti minuscoli nati dall’incrocio delle giuggiole con le mele: di colore sono verdi e marron, la forma è varia e ricorda ora l’uno ora l’altro dei frutti da cui provengono e sono buoni, ma non hanno ancora un nome. Siccome è presto per il ristorante e ha smesso di piovere, andiamo a rivedere il ponte.
Passiamo davanti al bar, e vediamo che i vecchietti sono ancora lì a bocca aperta, da quella volta che Massimo disse che aveva la bocca impastata per via di tutta quella gnocca.
Saliamo sul ponte, sperando che passi una macchina così possiamo vederla basculare sulla sommità, ma niente. Il fiume, che l’ultima volta era verde e trasparente, adesso scorre torpido come fango liquido. All’una siamo al ristorante. Carla raccoglie le ordinazioni, per risparmiare tempo. Quasi tutti ordiniamo un tris di primi, quasi tutti col menu di marroni. Il cameriere aveva detto che potevamo ordinare i  tris se eravamo in un certo numero, ma Mariella insiste che ne vuole uno personalizzato da sola. Interveniamo tutti a cercare di dissuaderla, ma non c’è verso e la cosa si trascina fin che il cameriere, spossato, acconsente a portarle quello che vuole.  Facciamo un gran baccano, e Sandro dice che se continuiamo così il personale esporrà un cartello con su scritto che i maroni si  devono mangiare e non  rompere. Lucia racconta di aver letto che in un paese che non ricorda si comminano multe a chi lascia avanzi nel piatto.
Noi però stiamo tranquilli perchè abbiamo Pino. Arrivano i piatti: tagliatelle, tortelloni, funghi  e polenta fritta, meringa, marroncello, tutto ottimo.
 Quando usciamo ha definitivamente smesso di piovere. Sandro ha sempre ragione. Rimango un po’ indietro per andare in macchina a prendere i bastoncini e, quando raggiungo gli altri , li trovo lì che grufolano in un mucchio di rifiuti rimasti dalla festa delle castagne di domenica scorsa. Prendono su delle caldarroste, le mangiano e dicono che sono buone.
Ci dirigiamo verso “ Le Selve “ su una strada asfaltata che costeggia dei bei boschi di castagni, tutti puliti e ordinati che pare di essere in Svizzera. Cammina cammina ma ‘ste Selve non si vedono, così  verso le cinque facciamo dietrofront e torniamo indietro, per non  farci cogliere dalla notte.
 Al ritorno Sandro sceglie un percorso molto avventuroso che ci porta a scavalcare montagne, su e giù per strade  tortuose e deserte, attraverso  banchi di nebbia impenetrabile. Noi lo seguiamo senza protestare perché il nostro motto è: Vai dove ti porta il Sandro!(anche perché non sapevate dove andare: n.d.r).
 A casa alle otto.


 

 

LA PIAZZA DI CASTEL DEL RIO

LA VENDITRICE DI MARONI E MELEGIUGGIOLE

IL BORGHETTO VERSO IL PONTE

IL PONTE ALIDOSI A SCHIENA D'ASINO

SCULTURE ISPIRATE DAI MARONI

SANTERNO IN PIENA

MATERIALIZZAZIONI

COMPOSIZIONE MARONICA

DISTRUTTI DAL CIBO

ANNA E MARIELLA SULLA NEVE

IL RISTORANTE

UNO DEI TANTI VECCHI DIVI

IMMIGRATI IN CERCA DI CIBO

QUANTI BARBONI (CANI E UOMINI) SARANNO PASSATI SOPRA...?

IL PALAZZO ALIDOSI

BATTONE

ANTiCO CARTELLO DEL TOURING

MUSEO DELLA GUERRA

PASSIFLORA

FITOLACCA

ATRI MIGNON

CASTEGNETI DA FRUTTO

SI TORNA INDIETRO

RIPRENDIAMO LE MACCHINE