14 - mercoledì 2 dicembre 2009
Via Fondovalle per Gainazzo( quota 221 m) - bivio via Serre Nobili e ritorno 
10 Km    ORE 2.30   disl. 250 m

Il diario di Laura

Mercoledì 2 dic ‘09

Destinazione                Marano – Sasso di Rocca Malatina – Guiglia

Partecipanti                 Laura, Danila, Cate, Iso, Sandro, Umberto, Alba

Durata                           tre ore e mezzo

 

Esco ad aspettare Dani, che mi passerà a prendere, ed è come entrare nel frigo: sembra proprio di essere in inverno. Alle nove siamo tutti lì sotto da Cate, meno Umberto che ha telefonato dicendo che è bloccato in tangenziale. Noi siamo già in sei, se viene anche lui dovremo prendere due macchine. Perché non ce ne andiamo senza aspettarlo? D’altra parte abbiamo già fatto una cosa di questo genere qualche tempo fa – non ve lo sarete certo dimenticato. Ma la mia proposta viene bocciata. Poi lui arriva e partiamo verso i Sassi di Rocca Malatina. Niente sosta per colazione oggi, e quindi niente toilette. Ben presto però i nodi idraulici vengono al pettine, così dobbiamo fermarci a un bar sulla fondovalle, vicino a Marano. Sandro telefona qua e là per trovare un ristorante aperto, ma niente. Perché non andare al Sayonara? dico io, e tutti aderiscono immediatamente senza se e senza ma, cosa che non succede spesso nel nostro gruppo dove bisogna almeno discutere per un’ora e mezzo su ogni singola proposta. Proseguiamo e, appena oltrepassato il Sayonara, prendiamo a sinistra. Attraversiamo il fiume e cominciamo a salire. Dopo circa  due km, parcheggiamo e iniziamo la passeggiata. Sono le dieci e mezzo. E’ una bella giornata. L’aria è frizzante, ma il sole si dà molto da fare per scaldarla, e ci riuscirà. Le colline sono dolci e con grandi macchie di erba ancora verdissima – d’altra parte abbiamo avuto il novembre più caldo degli ultimi 150 anni. In fondo alla valle il Panaro si snoda in anse lucenti, e l’acqua biancheggia in piccole cascate di spuma. Arriviamo in vista dei Sassi, e sono molto belli e imponenti, anche se controluce – mi meraviglio di Sandro, che di solito a queste cose ci sta attento. Ci sono lastre ricoperte da un velo sottile di muschio, e altre che brillano come metallo al sole. Andiamo avanti, e la prospettiva continua a cambiare, e però è sempre bella. A mezzogiorno ci fermiamo un pò al sole sul muricciolo di una villa, poi torniamo verso le macchine. Ma come mai ho le mani libere? Ah, ecco, ho lasciato i bastoncini appoggiati al muretto. Torno indietro di corsa e li ritrovo lì dove li avevo lasciati. Ma non do neanche  un’occhiata in giro, che sarebbe stato meglio. Organizziamo il pranzo di sabato, e ognuno dice la sua, purchè sia il contrario di quello che ha detto chi ha parlato prima. Dopo una discussione appassionata che neanche in parlamento quando hanno cercato di stabilire la lunghezza della coda dei cani, decidiamo per il Parco Verde – forse. A un certo punto Sandro si rende conto che si sente molto leggero. E te lo credo, ha lasciato il suo zaino sul muretto della villa, e quindi si precipita alla macchina per andare a riprenderlo. Chi non ha testa ha ruote, come dice il proverbio. Torna ed è tutto a posto, lo ha ritrovato.  Arriviamo al ristorante cinque minuti prima delle due, appena in tempo. Mentre aspettiamo che ci servano, si accende un’appassionata discussione semantica , senza che peraltro arriviamo a una conclusione, sul significato delle parole “ crescentine “ e “ tigelle “ il che non ci impedirà di mangiarle tutte – quando arriveranno – anche con la nutella. Tortelloni, gnocco e tigelle sono stupendissimi  e ne mangiamo in grande quantità. Alla fine del pranzo ci sentiamo in colpa per aver mangiato primo e secondo , e ci viene paura che ci faranno pagare anche l’arredo kitsch. Ma per fortuna no, il prezzo sarà onesto. Ci lamentiamo perché ci rendiamo conto che le persone che conosciamo fanno o hanno fatto tutte delle professioni inutili, niente avvocati, chirurghi, ginecologi. Sandro interviene dicendo che lui è disponibile, se abbiamo bisogno di una visita ginecologica. Alle quattro usciamo e andiamo a Guiglia, che  visiteremo facendo un breve anello-breve perchè per fortuna fa buio presto e poi siamo anche molto  impitonati. In centro ci sono due terrazze, una che dà sul panorama delle montagne, l’altra sulla pianura. Da questa parte la luna sta sorgendo. E’ di un bel colore rosa ed è grande grande, per un fenomeno di rifrazione che mi hanno già spiegato diverse volte ma che non ho ancora capito. Giriamo attorno alla rocca, che è stata recentemente restaurata da un pasticcere, che ha scelto un bel color rosa confetto che strida col color crema giallina della facciata. Arriviamo poi alla chiesa, templum pene erectum D. Geminiani, che siamo d’accordo nel tradurre che è dedicata al pene eretto di D. Geminiano. Poi tutti a casa, dove arriveremo alle sei.

 

 

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