4 gennaio 2012 - Oliveto
Zola -Lavino - Via Predosa - San Lorenzo
in Collina - Montemaggiore(bivio) - Oliveto - Stiore - Monteveglio paese
ORE 4.30
14 Km
disl. 300 m
IL DIARIO DI LAURA
Mercoledì 4 gennaio ‘12
Percorso Zola - Monteveglio
Partecipanti Alba, Anna Ch, Camilla, Carla, Iso, Laura, Lucia, Luisa, Rita, Sandro, Titti
Durata quattro ore e mezza, per un percorso di 14 km circa
Tempo atmosferico poteva andar peggio
Oggi c’è il blocco del traffico per cui Iso, che ha una
macchina che va a carbonella, prima di raccogliere le ragazze che l’hanno fatta
rientrare nella legalità, ha dovuto strisciar via addossata al bordo della
strada come un bassorilievo ambulante. Noi no, la nostra macchina va a gpl.
Invece Titti , Lucia e Camilla è dovuto andare Sandro a prenderle in stazione,
perché anche loro non possono circolare. Per fortuna che dalla prossima
settimana il blocco sarà di giovedì.
Alle nove da Cate, che oggi non può lasciare sola la madre perché non sta
bene e però verrà con noi a prendere il caffè. C’è anche Patti , che mi ha
accompagnato ma non potrà venire a camminare perché ha delle disavventure
odontoiatriche e ci lascerà tutto triste.
Partiamo per Zola, dove parcheggiamo e cominciamo la passeggiata. Sono le
dieci. Fa un freddo boia, e io mi sono dimenticata i guanti per cui ritiro le
mani dentro la pile e riesco comunque ad impugnare i bastoncini. Tutti ci siamo
portati dietro l’ombrello – dietro suggerimento di Sandro che prevedeva brutto
tempo – ma, potere della scaramanzia, non ha piovuto. Quando si riesce a
intravvederlo attraverso la nebbia, il cielo non è un gran che – bisognerebbe
però vedere che cos’è il gran che, direbbe Bergonzoni. La strada non è faticosa
ed è tutta asfaltata – i sentieri oggi li evitiamo perché sono tutti infangati.
Per un po’ camminiamo avvolti dalla nebbia, che attutisce i nostri passi e
avvolge in un’aura di mistero le nostre conversazioni altrimenti banali.
Poi arriviamo sul crinale e siamo fuori dalla nebbia : sia a destra che a
sinistra si stende un paesaggio magico in cui le sommità delle colline emergono
da un mare di latte da cui si alza un vapore leggero. Bellissimo, una gioia per
lo spirito. Questo paesaggio ci accompagna per chilometri, ma continueremo a
goderne per tutto il tempo. “ Come va il tuo piede? “ mi chiedono. “ Zitti, che
non si è accorto che l’ho portato in passeggiata “ dico io – e però dopo tre ore
se ne accorgerà e comincerà a lamentarsi, senza che per altro io gli dia corda.
Poi la nebbia sale piovigginando e ci avvolge di nuovo per cui chiedo a Sandro
di portarci a mangiare in una trattoria, perché lì fuori non so se riuscirei a
trovarmi la bocca. Lui ne sarebbe ben contento, ma tutte le altre sono a dieta,
e quindi non se ne fa niente. Poco dopo l’una arriviamo a Oliveto, un paesino
molto grazioso. Ci fermiamo a mangiare il nostro povero pasto seduti su delle
panchine al freddo e al gelo, mentre il cielo se ne sta lì indeciso se piovere o
meno, e alla fine fortunatamente decide di no. Dopo una mezz’oretta riprendiamo
a camminare. Alle due e mezzo arriviamo a Monteveglio ed entriamo in un bar a
prendere il caffè e altri generi di comfort. Poco dopo le tre un autobus ci
porta a Bazzano, e di lì un altro a Zola. Spenderemo 4 euro a testa, che in
tutto fanno 44 : in macchina con quei soldi saremmo arrivati a Milano. Alle
quattro e mezzo a casa, stanchi ma felici. Questa passeggiata la vogliamo rifare
ogni anno, in un giorno di nebbia.