IL DIARIO DI LAURA
Destinazione Monte Sole
Partecipanti Anna Po, Carla, Dani, Iso, Laura, Lucia. Miriam, Patti, Sandro, Titti
Durata 4 ore – 3 secondo la Questura
Alle otto e mezzo alla Meridiana, dove c’è anche Cate che è venuta solo a salutarci perché deve accompagnare sua madre alla visita per la concessione dell’assegno di accompagnamento – naturalmente la Jolanda farà di tutto per dare l’impressione di essere vispa , brillante e autosufficiente. E difatti. Alla stazione di Vado incontriamo le nostre amiche che sono venute in treno e mentre aspettiamo l’amica di Carla che deve venire a salutarla, ci si formano i ghiaccioli al naso e i capelli ci si ricoprono di brina: infatti ci sono tre gradi sotto zero. Però il cielo è del più bell’azzurro e il sole splende trionfale. Andiamo a farci dei panini e poi , alle dieci, cominciamo la passeggiata. Dovremo superare 300 metri di dislivello, però il sentiero sale abbastanza dolcemente. Entriamo in un bosco tutto percorso di lame di luce e quando gli alberi si diradano appaiono belle vedute delle valli sottostanti. Il sentiero è tutto cosparso di ghiande. Un tempo queste venivano raccolte per darle da mangiare ai maiali. Si vede che adesso ai maiali gli danno i croccantini. Cammina cammina, a mezzogiorno ci fermiamo a un trivio e , mentre Sandro consulta la cartina, noi tiriamo fuori i nostri panini e ne sbocconcelliamo un po’- furtivamente, che lui non se ne accorga se no si arrabbia. Il sole sfolgora, e la temperatura si è alzata un bel po’. Ripartiamo, e noi istintivamente prenderemmo il sentiero in discesa. “ E’ normale – dice Sandro – il cervello è programmato per scegliere sempre la soluzione più facile”. Sì, ma tu scegli sempre quella più difficile. Perché ? – dico io incamminandomi con gli altri per il sentiero in salita. E’ vero – dice lui – però in questo modo vi salvo la vita , che sareste già morti con le vostre abitudini alimentari suicide. Vorrei tanto ringraziarlo ma siccome sto sudando e ansimando per la fatica della salita, non riesco a farlo. Arriviamo a Monte Sole e ci sediamo parte sulle rovine del borgo, parte su delle panchine. Nonostante la tragedia che qui si è consumata, il posto non ha niente di lugubre. Pare che le anime dei morti abbiano raggiunto la pace e la tristezza del ricordo si scioglie al calore del sole. Verso l’una mangiamo, poi io Patti e Dani scriviamo un’orazione da leggere al prossimo incontro con Franco Capelli, per convincere i presenti a scucire dei soldi, e ci divertiamo moltissimo. Dopo un’oretta riprendiamo a camminare. Non passa molto che incontriamo un paio di scarponi legati assieme e appesi al ramo di un albero. Vedete cosa succede ad andare in giro senza una guida affidabile? – dice Sandro insinuando che il proprietario giaccia morto nei paraggi. Il sentiero scende fin che arriviamo alla strada asfaltata. Che bella passeggiata rilassante, dice Lucia e ha appena finito di dirlo che Sandro ci comunica che dovremo passare sotto due tunnel. Aiuto! Uno è lungo, ma c’è il marciapiede ed è illuminato; l’altro è più pericoloso, ma per fortuna è corto e sfrecciano poche macchine. Arrivati a Vado ci fermiamo in un bel bar pasticceria dove ci abbandoniamo ad ogni specie di eccessi –non tutti, ma ad esempio io e Patti prendiamo la cioccolata in tazza con panna. Alle tre e mezzo ci alziamo, accompagniamo al treno le nostre amiche poi torniamo a casa. E’ stata una giornata perfetta.
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|