3 giugno 2009
Maserno - sentiero delle sorgenti ( Maserno vecchio - Caseidicio - Forni - Papi - bivio Monteforte - Maserno
3.30 ore  9 Km

 


Il Diario di Laura

Merc. 3 giugno

Percorso                Maserno – Forno – Tolè ( ho la spiacevole sensazione di aver dimenticato qualcosa …)

Partecipanti          Cate, Sandro, Laura, Claudio, Dani, Regina, Isa, Iso, Gio

Durata                    3 ore e mezzo

Stamattina io e Patti abbiamo ritirato la macchina alla Chevrolet dove l’avevamo portata perchè, dopo soli 40.000 km, la frizione si è estinta. Niente paura,abbiamo pensato, siamo ancora in garanzia! Ma alla CHEVROLET non sono d’accordo, dicono che è colpa nostra, che non abbiamo saputo usarla bene e quindi dobbiamo pagare noi – eadesso come facciamo a dimostrare che non è vero? E come mai non ci è mai successo con le altre macchine che abbiamo avuto? Non sarà che le frizioni della CHEVROLET sono fatte di carta straccia? E se fossimo stati colpiti dal fulmine avrebbero detto che era colpa nostra perché non siamo stati abbastanza veloci a scansarlo?  E comunque a cosa serve  l’assicurazione se non ti assicura? E adesso ci toccherà di andare a Mi manda Rai tre e a Striscia la notizia, uffa! Comunque io ve l’ho detto, tirate voi le conclusioni sull’affidabilità dell’assicurazione della CHEVROLET. Alle 8.40 Gio passa a prendere me e Patti, incazzati come delle iene, e poi alla solita ora ci troviamo da Cate. Dopo  aver fatto colazione alla Muffa, partiamo per Maserno. Il cielo è del più bell’azzurro, ma ecco che dopo un po’ compare all’orizzonte una processione di nuvole, e altre premono dietro, tanto che occupano quasi tutto il cielo. A Maserno parcheggiamo e prendiamo il sentiero 484. Sono le undici. Il paesaggio è molto bello, con prati verdissimi coperti di grandi macchie gialle di fiori di rapa e sullo sfondo le montagne più alte con residue lingue di neve. Strada facendo ci fermiamo a mangiare ciliegie e alla prima fragolina della stagione esprimo   riguardo un anziano libertino di mia conoscenza un desiderio che però purtroppo non verrà esaudito. Dopo un’ora e un quarto siamo già seduti sull’erba  all’ombra della chiesa di Maria Assunta, per  rifocillarci un po’. E mentre siamo lì ci incantiamo a guardare un capriolo che risale con una corsa elegante il pendio alla nostra sinistra. Riprendiamo il cammino, passando per la località Papi. Papi? La parola mi ricorda qualcosa… In un recinto vediamo un gallo che avanza impettito seguito da una fila di galline. E’ chiaramente una metafora del nostro gruppo: io sono quella grassottella, quella piccolina è Cate, ma dov’è Patti? Verso le due ci fermiamo vicino alla località Forno, in un bel prato assolato per un ricco picnic completo di vino, caffè e dolce. Seguendo l’esempio di Regina, invece dei soliti panini mi sono portata dietro del riso e dopo pranzo mi sentirò molto meno abbioccata del solito. D’ora in poi sempre riso, dico a Patti che mi guarda con aria disperataata. Fa un gran caldo,e tutti si stendono al sole, anche Regina, che non dovrebbe perché è un po’ bevuta e Patti si mette a dipingere. Ripartiamo e attraversiamo dei bei boschi ombrosi, con radure di un verde sfolgorante. Quando siamo ormai vicini a Maserno, passando vicino a un orto, veniamo assaliti da un cagnetto molto bellicoso. Arriva il padrone e lui si calma subito, e mentre noi chiacchieriamo lui si stende ai piedi del padrone e scodinzola, tutto soddisfatto di aver dimostrato la sua dedizione al suo ruolo di cane da guardia. Per arrivare a Maserno ci sono due strade, una più lunga e una più corta ed è questa che prendiamo, perché il maltempo incalza e potrebbe mettersi a piovere da un momento all’altro. Arriviamo a Maserno,  e sembra San Francisco nell’Ultima spiaggia. Ma dove sono andati a finire gli abitanti? Dopo una sosta a Tolè per caffè e gelato, riprendiamo la strada verso casa. In macchina Cate e Sandro battibeccano, ma in modo stanco e meccanico: la vis polemica sembra invecchiata insieme a loro. Sulla fondovalle , prima di Calderino, ci fermiamo a un banchetto sulla strada a comperare ciliegie e fave, buonissime. Alle ….. a casa, noi e una zecca che mi si è installata nella caviglia sinistra. Me la toglierò in modo maldestro, lasciando dentro il rostro  quindi sono dovuta andare dal dermatologo, che me l’ha tolta col bisturi e dopo sono tornata a casa nuova di zecca, come direbbe Sandro.