PERCORSO: IN AUTO AL RIF. MONTE CAVALLO VIA PORRETTA - MOLINO DEL
PALLONE - CA' BONI - NIBBIO ASFALTATA FIN QUASI AL RIFUGIO.
SENT. 101 LUNGO IL CRINALE CHE COMPRENDE I MONTI CAVALLO - PIANACCETTO -
TOCCACIELO FINO AL PIAN DELLO STELLAIO, DOVE ALCUNI SI FERMANO (ORE 1.30,
DISL. 250 M - 3,7 kM)
GLI ALTRI PROSEGUONO FINO AL ROMBICCIAIO, POI A SIN. SENT.143 FINO AL PASSO DEL
TERMINE, CHE PORTA AD ORSIGNA
(ORE 1.15 A/R - DISL. 150 M - 4 KM )
RITORNO PER LA FORESTALE SENT. 105, POI DALLA STRADA CHE SALE DA CASTELLUCCIO
ORE 1.45 - 5,2 KM - DISL 150 M
Percorso Monte Cavallo – Pian dello Stellaio
Partecipanti Alba, Cate, Iso, Lucia, Luisa, Laura, Patti, Rita, Sandro, Titti
Meteore Angela , Isa
Durata 3.30 per gli infingardi, 4.30 per gli altri
Alle 8.35 abbiamo appuntamento con Rita, prima del solito
perché oggi andremo lontano e ci vorrà un sacco di tempo. Ma quando siamo da
Cate, troviamo Angela e Isa che ci aspettano, per venire a fare colazione con
noi. Che bella sorpresa! Andiamo al Jakarta e di lì partiamo verso le dieci
perché chi ce la fa a staccarsi dalle nostre due amiche? Si parte e subito Rita,
che ha una guida molto sgarzolina, sguscia davanti a Sandro e per un bel po’ ci
resta, sovvertendo tutte le regole non scritte che abbiamo seguito finora.
A Molino del Pallone ci fermiamo a comprare panini, oggi picnic. Quando
arriviamo a Monte Cavallo e parcheggiamo sono le 11.30. Per fare arrabbiare
Sandro gli chiedo quando si mangia, e lui naturalmente si incazza subito. Ci
inoltriamo in una bella faggeta, dove le foglie sono ancora verdissime, peccato.
I faggi si slanciano verso il cielo leggeri ed eleganti e il sole si insinua
fra i rami creando delle pozze di luce. Nei punti in cui gli alberi si diradano,
bella vista su montagne quasi deserte ( solo pochi borghetti qua e là ) che
sembrano ricoperte da una stoffa che non posso nominare e scendono a valle in
morbide pieghe. Siamo a 1400 metri di altezza, e c’è un vento piuttosto freddo.
Le foglie cadute frusciano sotto i nostri piedi, il vento fischia e muove i rami
degli alberi che , toccandosi, emettono suoni dolci , come fossero flauti.
Camminiamo sul crinale, e quindi il sentiero è facile, per lo più in
leggera salita . Arriviamo a Pian dello Stellaio : tutto chiuso. Proseguiamo
fermandoci poi nella grande radura dove l’altra volta avevamo incontrato quei
simpatici ragazzi nel tendone. Spariti. Ci fermiamo un po’, poi Sandro prosegue
col grosso del gruppo mentre io, Alba e Luisa ci fermiamo e li aspettiamo
mangiando e prendendo il sole. Chiacchieriamo, e diciamo che… ( omissis ) ed
anche che… ( omissis ). Sapete quanto possano spettegolare le ragazze quando
vengono lasciate sole. Alle quattro il gruppo ancora non si vede, ci toccherà
fare l’ultimo pezzo del sentiero al buio. Per fortuna dopo un quarto d’ora
arrivano, e prendiamo la via del ritorno.
Patti mi dice che mentre erano seduti in uno spiazzo al sole, Cate
leggeva El Pais. In un articolo si sosteneva che in una coppia, se si tradisce
il partner e lo si informa, questo crea una complicità e fa durare di più il
rapporto. E qui si apre un dibattito appassionato: chi dice che non
confesserebbe mai il tradimento, chi non tradirebbe mai, chi dice che si
tradisce in continuazione perché basta il pensiero. Patti vorrebbe intervenire
ma Cate lo zittisce perché ha settant’anni e ormai è fuori dalla mischia. Alla
fine però non si riesce a risolvere il problema, quindi fate pure come volete.
Se non avete compiuto i settant’anni.
Sulla strada del ritorno, io e Alba restiamo indietro. Ci meravigliamo e
ci preoccupiamo perché non ricordiamo per niente il sentiero, che è tutto
leggermente in salita. Più tardi, in macchina, Iso mi dirà che in effetti siamo
tornati per un altro sentiero. Ah, meno male, non siamo ancora del tutto
rincoglionite. Resta però un mistero il fatto che siamo andati in salita sia
all’andata che al ritorno. A casa alle otto.