27 DICEMBRE : Corniglia - Vernazza - Monterosso

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27 Dicembre-  treno alle 6.28 , arrivo a La Spezia, deposito bagagli all'Hotel Venezia vicino alla stazione.
Alle 10.55 in treno per Corniglia. Visita del paese, in particolare la chiesa di San Pietro.

CORNIGLIA - Un antico borgo romano con una lunga e ricca tradizione agricola. Arroccato su di una suggestiva scogliera alta un centinaio di metri, Corniglia è l'unico paese ad essere quasi inaccessibile dal mare. Per raggiungerlo bisogna salire "Lardarina" una lunga scalinata di mattoni (33 rampe con 377 gradini) o percorrere la strada carrozzabile che sale dalla ferrovia.
L'abitato circondato su tre lati da vigneti e terrazzamenti, si sviluppa seguendo la "struttura a nastro" della principale via Fieschi. Il paese ha origini romane, e il toponimo Corniglia deriva dal romano Cornelio, produttore dell'allora già rinomato vino bianco. E' interessante ricordare che durante gli scavi di Pompei, furono ritrovate anfore vinarie sulle quali compariva il nome di "Cornelia". I questo meraviglioso borgo, si può visitare la settecentesca piazza del Largo Taragio, con il suo oratorio di Santa Caterina, e la parrocchia di San Pietro, uno fra i monumenti più interessanti di tutta la costa, bellissimo esempio di gotico ligure. L'edificio, che mostra una chiara simbologia templare, fu eretto nel 1334, mentre nel 1351 fu realizzato il rosone in marmo bianco di Carrara. All'interno sono particolarmente interessanti il fonte battesimale del XII secolo, le statue degli evangelisti e il polittico diviso in spicchi che raffigura i Maestri.

Prediamo il sentiero costiero (ex 2) verso Vernazza dove arriviamo dopo 1.45 ore

Arroccata su di una maestosa ed affascinante scogliera, Vernazza compare già nelle cronache del 1080 come borgo fortificato ed efficiente base marittima dei marchesi Obertenghi, probabile punto di partenze e di approdo delle forze navali impiegate per la difesa dai saraceni.

Il medioevale borgo, con i suoi vicoli magici e misteriosi racchiusi fra le case multicolori, rosa, rosse e gialle, oggi affollato dai turisti provenienti da tutto il mondo, è classificato fra i primi cento borghi più belli d'Italia, vanta un'antica e lunga tradizione marinara, un orgoglioso passato di naviganti e condottieri. Nel 1170 Vernazza al fianco di Genova combattè e vinse contro i Pisani, e come fedele alleata della Repubblica, a metà del milleduecento fu coinvolta negli scontri con le truppe di Federico II.
 
In questo meraviglioso borgo è bello arrivare via mare: raggiunto il porticciolo racchiuso fra le case dai tenui colori pastello, si può visitare la chiesa di Santa Margherita di Antiochia. L'edificio, citato per la prima volta nel 1318, arricchito con ampie finestre trilobate, è dotato ad est di un corpo medioevale, ad ovest rinascimentale. Ma Vernazza vanta anche i resti del suo possente sistema difensivo. Dell'antica struttura fortificata rimangono oggi i resti della cinta muraria, il Castello Doria, la torre di avvistamento del XI secolo, il Belforte, e la Torre del Convento dei Padri Riformati di San Francesco.

 

Solo Sandro , Jasmina e Gabriella proseguono sul sentiero costiero fino a Monterosso, dove arriviamo dopo 2 ore.

Monterosso
Il paese amato da Eugenio Montale

Le prime notizie storiche su Monterosso risalgono al 1201, quando i signori di Lagneto, proprietari del castello di cui oggi rimangono alcune rovine, stipularono una convenzione con Genova. Nel 1214 nasce la comunità monterossina e si edificano le prime fortificazioni per difendere il borgo dalle incursioni saracene, costruendo così il più imponente sistema difensivo delle Cinque Terre.

A Monterosso, paese roccioso e austero, asilo di pescatori e contadini, come lo definiva Montale, premio nobel per la letteratura nel 1975, il turista può soggiornare nella moderna e balneare Fegina, oppure visitare il variopinto e medievale centro storico. Qui fra vicoli stretti e intricati sorge la chiesa di San Giovanni Battista, edificata nel 1220. L'edificio in stile gotico-genovese, con una bella facciata a paramento bicromo, mostra tra la porta e l'abside la torre campanaria, innalzata a scopo difensivo e poi sopraelevata nel 1400.
Di grande fascino sono anche il convento dei cappuccini che risale al XVII secolo e la chiesa di San Antonio del Mesco del 1335. Sul promontorio che separa Fegina dall'antico borgo, si può visitare l'articolato sistema difensivo con le mura della cittadella, i resti dell'antico castello con le sue due torri, e sulla scogliera ai piedi dell'altura rocciosa l'imponente Torre Aurora.

 

Al ritorno alcuni si fermano a Manarola, sperando di vedere il presepe che dovrebbe coinvolgere quasi tutto il paese ma vediamo poco.

Un affresco dai colori solari, un paradiso di vitigni ed ulivi, un antico borgo dai colori salini nel quale le case sembrano nascere dalla scogliera della lunga e stretta marina. Le prime testimonianze storiche su Manarola appartengono alla seconda metà del Duecento e sono legate alle vicende del dominio della famiglia dei Fieschi di Lavagna. Questi ultimi, da tempo in lotta con la repubblica di Genova, furono battuti nel 1273 quando la Superba inviò una flotta di 14 galee per contrastare il ribelle Niccolò Fieschi, signore del borgo. 

Sotto Genova, il paese conobbe un progressivo sviluppo, diventando uno dei maggiori produttori di derrate, soprattutto di vino ed olio, e proprio a questa vocazione agricola Manarola deve l'origine del suo nome, che gli storici sostengono derivare da un Manaraea dialettale, precedente all'attuale Manaaea, risalente ad un antico magna Roea, cioè magna rota, grande ruota da mulino ad acqua. Nella parte bassa del paese infatti si può ancora ammirare il vecchio mulino o frantoio, restaurato dal Parco Nazionale.
In piazza Papa Innocenzo IV, si possono visitare: La chiesa di San Lorenzo, in stile gotico-ligure edificata nel 1338, costituita da tre navate, con un interno barocco dalla volta a botte; il Campanile Bianco a pianta quadrata, antica torre di avvistamento e difesa, eretto nel XIV secolo; il quattrocentesco Oratorio dei Disciplinati della Santissima Annunziata e l'antico Ospedale di san Rocco.

La sera fatichiamo a trovare da mangiare, anche perchè la Titti si ostina a cercare su Informagiovani invece che su Badailnonno