27 DICEMBRE : Corniglia - Vernazza - Monterosso
27 Dicembre- treno
alle 6.28 , arrivo a La Spezia, deposito bagagli all'Hotel Venezia vicino alla
stazione.
Alle 10.55 in treno per Corniglia. Visita del paese, in particolare la chiesa di
San Pietro.
Prediamo il sentiero costiero (ex 2) verso Vernazza dove arriviamo dopo 1.45 ore
Il medioevale borgo, con i suoi
vicoli magici e misteriosi racchiusi fra le case multicolori, rosa, rosse e
gialle, oggi affollato dai turisti provenienti da tutto il mondo, è
classificato fra i primi cento borghi più belli d'Italia, vanta un'antica e
lunga tradizione marinara, un orgoglioso passato di naviganti e condottieri.
Nel 1170 Vernazza al fianco di Genova combattè e vinse contro i Pisani, e come
fedele alleata della Repubblica, a metà del milleduecento fu coinvolta negli
scontri con le truppe di Federico II.
In questo meraviglioso borgo è bello arrivare via mare: raggiunto il
porticciolo racchiuso fra le case dai tenui colori pastello, si può visitare
la chiesa di Santa Margherita di Antiochia. L'edificio, citato per la prima
volta nel 1318, arricchito con ampie finestre trilobate, è dotato ad est di un
corpo medioevale, ad ovest rinascimentale. Ma Vernazza vanta anche i resti del
suo possente sistema difensivo. Dell'antica struttura fortificata rimangono
oggi i resti della cinta muraria, il Castello Doria, la torre di avvistamento
del XI secolo, il Belforte, e la Torre del Convento dei Padri Riformati di San
Francesco.
Solo Sandro , Jasmina e Gabriella proseguono sul sentiero costiero fino a Monterosso, dove arriviamo dopo 2 ore.
A Monterosso, paese roccioso e austero, asilo di
pescatori e contadini, come lo definiva Montale, premio nobel per la
letteratura nel 1975, il turista può soggiornare nella moderna e balneare
Fegina, oppure visitare il variopinto e medievale centro storico. Qui fra
vicoli stretti e intricati sorge la chiesa di San Giovanni Battista, edificata
nel 1220. L'edificio in stile gotico-genovese, con una bella facciata a
paramento bicromo, mostra tra la porta e l'abside la torre campanaria,
innalzata a scopo difensivo e poi sopraelevata nel 1400.
Di grande fascino sono anche il convento dei cappuccini che risale al XVII
secolo e la chiesa di San Antonio del Mesco del 1335. Sul promontorio che
separa Fegina dall'antico borgo, si può visitare l'articolato sistema
difensivo con le mura della cittadella, i resti dell'antico castello con le
sue due torri, e sulla scogliera ai piedi dell'altura rocciosa l'imponente
Torre Aurora.
Al ritorno alcuni si fermano a Manarola, sperando di vedere il presepe che dovrebbe coinvolgere quasi tutto il paese ma vediamo poco.
Un affresco dai colori solari, un paradiso di vitigni ed ulivi, un antico borgo dai colori salini nel quale le case sembrano nascere dalla scogliera della lunga e stretta marina. Le prime testimonianze storiche su Manarola appartengono alla seconda metà del Duecento e sono legate alle vicende del dominio della famiglia dei Fieschi di Lavagna. Questi ultimi, da tempo in lotta con la repubblica di Genova, furono battuti nel 1273 quando la Superba inviò una flotta di 14 galee per contrastare il ribelle Niccolò Fieschi, signore del borgo.
Sotto Genova, il paese conobbe un progressivo sviluppo, diventando uno dei
maggiori produttori di derrate, soprattutto di vino ed olio, e proprio a questa
vocazione agricola Manarola deve l'origine del suo nome, che gli storici
sostengono derivare da un Manaraea dialettale, precedente all'attuale Manaaea,
risalente ad un antico magna Roea, cioè magna rota, grande ruota da mulino ad
acqua. Nella parte bassa del paese infatti si può ancora ammirare il vecchio
mulino o frantoio, restaurato dal Parco Nazionale.
In piazza Papa Innocenzo IV, si possono visitare: La chiesa di San Lorenzo, in
stile gotico-ligure edificata nel 1338, costituita da tre navate, con un interno
barocco dalla volta a botte; il Campanile Bianco a pianta quadrata, antica torre
di avvistamento e difesa, eretto nel XIV secolo; il quattrocentesco Oratorio dei
Disciplinati della Santissima Annunziata e l'antico Ospedale di san Rocco.
La sera fatichiamo a trovare da mangiare, anche perchè la Titti si ostina a cercare su Informagiovani invece che su Badailnonno