29 - 21 marzo 2012 -
Pradalbino
Ponte Ronca - via Leonardo Da Vinci -
Museo Ca' Ghironda - via San Lorenzo - Chiesa San Lorenzo - via Pradalbino
- Pradalbino - via Fossetta - Via Pradalbino sin - Via Bazzanese
12 Km
disl. 300 m
ore 3.45
PERCORSO QUASI TUTTO SU ASFALTO O STERRATO - PRESA ALLA FINE VIA PRADALBINO PRINCIPALE, INVECE DI UNA VARIANTE A DX CHE AVREBBE PORTATO A CHIESA NUOVA - AUTOSTOP DEGLI AUTISTI
PARTECIPANTI 8 ,TRA CUI MARIELLA E UMBERTO
DIARIO DI LAURA
Destinazione Boh… almeno questo ha scritto Sandro nel sito e ripetuto al mattino al bar. Poi però
deve essersi chiarito le idee e quindi l’itinerario è venuto fuori così:
Ponte Ronca – S. Lorenzo – sentiero non identificato – Bazzanese
praticamente tutto su strada asfaltata
Partecipanti Anna Ch., Alba, Cate, Iso,Mariella,Laura, Sandro, Umberto
Durata quattro ore – alla velocità di 2.3 km all’ora , secondo i conteggi fatti da Sandro
Oggi è il primo giorno di primavera, direte voi. E invece no. Dice Iso che l’inizio è stato anticipato a ieri, per ragioni astronomiche che mi ha spiegato ripetutamente ma che non ho capito. L’equinozio di primavera era uno dei pochi punti fermi della mia vita, accidenti. Alle nove al bar della Meridiana. Colazione e poi via verso Ponte Ronca, così vicino che potremmo anche andare a piedi. Arriviamo, parcheggiamo e ci inoltriamo nei campi.Sono le nove e mezzo. Primavera d’intorno brilla nell’aria e per li campi esulta, sì che a mirarla intenerisce il core. Ai bordi della strada incontriamo un gruppo scultoreo in cui due figure che forse rappresentano due esseri umani stanno a cavalcioni di quello che potrebbe essere un cavallo. Sarà vera arte? Ai posteri l’ardua sentenza – ai quali posteri vorrei dare un’ indicazione che li aiuti nella formulazione del giudizio: NO. Fa caldo, il cielo è azzurro e sui prati è stesa una coperta di quel tessuto spesso, soffice e lucido di cui al momento non ricordo il nome. A bordi della strada tantissime viole, che studiano da tappetino. Ce ne sono anche di bianche e di rosa, chiaramente ogm. La strada sale e scende dolcemente in mezzo alle colline punteggiate di nuvole leggere di fiori bianchi di pruno. Su un campo ci sono delle righe chiare disposte a semicerchio. Saranno stati gli alieni? Chiederemo a Kazzenger. Ci fermiamo nello spiazzo davanti alla chiesa di S. Lorenzo e con aria furtiva, in modo che Sandro non se ne accorga, facciamo la seconda colazione poi riprendiamo a camminare. Sandro dice ad Anna che potrebbe essere lei a scrivere il diario quando io non ci sono. E’ facile, dice, basta ricoprire la guida di elogi. Verso l’una ci fermiamo in un gran prato da cui si gode la vista bellissima di calanchi di un bianco sfolgorante, e ci divertiamo a spingerci fin sull’orlo del baratro. Ci sediamo per un pranzo sontuoso completo di vino, strudel e caffè. Manca solo Isa, che da quando non viene non c’è nessuno che apparecchi. Poi ci sdraiamo a prendere il sole e fa così caldo che Alba deve aprire l’ombrello. Chiacchieriamo di cose preferibilmente inconsistenti poi, poco dopo le due ci alziamo – e non è un bello spettacolo vederci rotolare e annaspare per riassumere la posizione eretta. Verso le quattro arriviamo sulla Bazzanese, percorsa da una fila ininterrotta di macchine . Farsi più di cinque chilometri a piedi per raggiungere Ponte Ronca sarebbe pericoloso, oltre che sgradevole, quindi Umberto ferma una macchina e chiede un passaggio. Sandro e Mariella salgono e vanno alle macchine, poi tornano a prenderci. A Zola ci fermiamo in un parco e ci sediamo ai tavolini di una gelateria. Mangiamo gelati e beviamo birre crogiolandoci al sole, poi ce ne torniamo a casa stanchi ma felici.