IL DIARIO DI LAURA
Destinazione Sayonara
Partecipanti Anna Po, Cate, Dani, Iso, Laura, Miriam, Patti, Sandro, Titti – Alba, Pino
Durata due ore e tre quarti / tre / quattro ore
Io e Patti partiamo con la nostra macchina, perché siamo abbastanza sicuri che non ci lascierà per strada. La patente comunque la lascio a casa, che non mi chiedano di guidare. E anche l’ombrello non lo prendo, perché il cielo è tutto azzurro. Ci fermiamo al parcheggio sotto al Castello di Vignola ad aspettare Sandro, che è andato dal dentista. Dopo qualche minuto arriva e telefona alla Bolognese per prenotare, ma ci rifiutano come sempre, perché siamo in troppi. Per fortuna che c’è il Sayonara che ci accoglierà. Alle nove e mezzo cominciamo la passeggiata. Prendiamo il solito sentiero, col fiume che dapprima ci accompagna mormorando calmo, placido e opaco, poi scende qualche gradino spumeggiando, poi si trasforma sotto il sole in un lungo nastro d’argento. Bellissimo. Camminiamo su un tappeto sottile di foglie gialle. I pioppi sono belle macchie di un intenso giallo dorato. I ciliegi invece gli è venuto in mente solo adesso che siamo in autunno ed esibiscono foglie di un rosa delicato che ha appena cominciato a diventare rosso. Alzo lo sguardo ad ammirare le foglie gialle che tremano alla brezza e spiccano con effetto bellissimo contro l’azzurro del cielo. Azzurro? Non abbiamo neanche camminato per un’ora che il cielo cambia e su di noi si addensa una nuvola fantozziana, che ci scarica addosso la sua brava pioggerellina. I pessimisti, quelli che la mattina guardano il cielo sereno e prendono con sé ombrello e mantella, le tirano fuori. Io, che sono ottimista, mi bagno; ma non mi preoccupo più di tanto, perché là in fondo brilla il sole, basta uscire dalla nuvola. E infatti. Io, Patti, Dani, Sandro e Titti restiamo indietro a fare foto e a raccogliere margherite ( quest’ultima è una metafora ) mentre le altre spariscono capeggiate da Iso e Miriam, che Sandro chiama ‘ le valchirie ‘. A mezzogiorno la fame comincia a mordere, ma il posto ristoro – cioè Miriam, che si è portata dietro carote e tarallucci - chissà dov’è sparito, così ci dividiamo in cinque il minuscolo panino alla mortadella che Titti si è fortunatamente portata dietro. All’una e un quarto arriviamo al Sayonara dove ritroviamo le altre, che sono arrivate da venti minuti, e anche Alba e Pino, che hanno scelto la parte meno faticosa della giornata. Entriamo, ci sediamo e ordiniamo le cose più svariate. Tutti si complimentano con Pino per il taglio dei capelli, e lui si inorgoglisce moltissimo. Per fargli abbassare la cresta, gli racconto che il mercoledì scorso che lui non è venuto e si è scusato tramite Dani , dicendo che non era venuto perché è un coglione, non si è alzata una sola voce a confutare questa affermazione. Arrivano i nostri piatti, e sono tutti buoni e abbondanti. Io non ce la faccio a finire il mio gulasch e dopo averne dato un bel po’ a Pino, lascierò per la prima volta in vita mia qualcosa nel piatto, una patata. Non starò diventando anoressica? Quando ci alziamo sono le tre. Siccome stasera Iso e Miriam vanno al Comunale alle otto e inoltre a rifare tutto il percorso si arriverebbe a Vignola al buio, decidiamo che io e Anna andremo con la macchina di Pino a prendere le nostre due, dandoci appuntamento con gli altri a Marano. Noi quattro partiamo in macchina e solo dopo un bel po’ mi viene in mente che non mi sono portata dietro la patente. Aiuto!!! Cercano di tranquillizzarmi dicendo: Non vorrai che incontriamo un posto di blocco! E infatti. Qualche chilometro dopo Vignola, mentre stiamo tornando a Marano, ecco la polizia. Che però mi guarda con aria indifferente e non mi ferma. Chi potrebbe pensare che a una distinta signora coi capelli bianchi venga in mente di infrangere le regole del codice della strada? Arriviamo a Marano contemporaneamente ai camminatori. Li carichiamo e ce ne torniamo a casa.
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