IL DIARIO DI LAURA
Destinazione Savignano – antico borgo di Savignano – Savignano
Partecipanti Camilla, Cate, Iso, Laura, Lucia, Sandro – pochi ma certamente i più forti, i più sani, i più
fortunati ( che non hanno dovuto assistere questo e quello )
Meteore Patti
Durata tre ore e mezzo – sì, dice Iso, però siamo andati con un passo lento e strascicato. Sì, dico
Io, però se andavamo più veloci , non sarei qui a scrivere il diario.
Alle otto e tre quarti alla Meridiana. Mi accompagna Patti, che non può venire per via della schiena, e però è venuto per salutare e fare colazione con gli amici. Poco dopo le nove partiamo. Arriviamo a Bazzano, parcheggiamo e alle dieci meno un quarto cominciamo la passeggiata. Il cielo è coperto, ma Sandro dice che non pioverà prima del pomeriggio – e il tempo si adeguerà disciplinatamente alla previsione. Andiamo verso l’antico borgo di Savignano. Le colline sono bellissime, perché una coltre leggera di neve tutta sfrangiata disegna figure geometriche adagiandosi sulle vigne e sui campi arati, una bellezza straniante che non ci fa rimpiangere il rosso e il giallo dell’autunno. Camminiamo sempre su strada asfaltata, chiacchierando preferibilmente di cose irrilevanti. Ricordo che fu proprio questa passeggiata che segnò il punto di svolta del nostro rapporto con Voi-sapete-chi : dopo dieci minuti scomparve senza dire niente, perché si era fatta dare un passaggio e dopo ci telefonò e ci toccò deviare dal nostro percorso per raggiungerla dove era stata scaricata, con questo scatenando in Sandro una leggera irritazione, che non gli è ancora passata. Ricordo quindi questo avvenimento, ma quando arriviamo al borgo non mi sembra di averlo mai visto ed è un grande piacere scoprire la bellezza delle viuzze pittoresche dominate dal castello. E poi parlano male dell’Alzheimer! Vuoi mettere quante sorprese ti offre! Saliamo alla chiesa, che non è proprio brutta, ma ha colori che stridono con quelli delle antiche case circostanti. Su un lato della chiesa, in una rientranza, c’è una spada conficcata nella roccia. Cate cerca di toglierla, ma non ci riesce; provo io e niente da fare. Allora capiamo che nessuna di noi due è Re Artù. Intanto si è fatta l’ora di pranzo, quindi cominciamo a scendere verso Savignano basso. Arrivati là, ci fermiamo a comperare il biglietto dell’autobus che ci riporterà alla macchina. Chiediamo informazioni su una trattoria, e ce ne viene indicata una, la Locanda dei Contrari, che è poi l’unica che compare nella guida di Sandro e che lui non aveva preso in considerazione perché pensava che i prezzi fossero alti. Invece fortunatamente offrono un menu fisso a 13 euro che lascia tutti noi soddisfatti, tranne Cate che è una cuoca troppo brava e allora nota che la pasta non è fatta a mano, il condimento è troppo condito, la verdura non è cotta bene, ecc. Alle due e un quarto siamo alla fermata e comincia a piovigginare. Cerchiamo ripetutamente di salire sull’autobus sbagliato, poi per fortuna arriva quello giusto. A casa alle tre e mezzo. Anche oggi abbiamo fatto una bella passeggiata, nonostante le condizioni metereologiche avverse.