Il Diario di Laura
Merc 1 ott ‘08
Percorso Rimini – Riccione
Partecipanti Cate, Ale, Carla, Iso, Laura, Massimo, Dani, Sandro,
Regina, Alba
Anna, Roberto. Quel che resta di Isa non è venuto, peccato,dice che non sta
bene.
Durata tre ore e mezzo. Tornando indietro in autobus abbiamo speso I euro e mezzo e quindi sorge spontanea la domanda: ma valeva davvero la pena di sfiancarsi tanto per risparmiare I euro e mezzo?
Mi
alzo, guardo fuori e il cielo è tutto rannuvolato, ma la mia fede in Sandro è
incrollabile e quindi mi preparo ed esco.
Alle nove e un quarto in stazione e alle nove e mezzo il treno parte. A Cesena
il cielo si presenta a strisce accostate di piombo più o meno denso, speriamo
bene…
A Rimini invece c’è un gran sole, un urrà per la nostra guida!!! Facciamo
colazione e alle undici cominciamo la passeggiata. Scendiamo verso il mare tra
due ali di belle palazzine liberty e quando arriviamo al lungomare la nostra
apparizione viene salutata da una salva di clacson… ah, no, è un corteo nuziale.
La
spiaggia è semideserta e, adesso che è libera dagli ombrelloni e dagli esseri
umani che di solito vi si dispongono in due strati sovrapposti, è bella e larga.
Ci dirigiamo a destra verso Riccione, camminando sul bagnasciuga, dove la
sabbia è battuta e quindi si fa meno fatica. Il cielo è bello pulito e nel mare
di un azzurro tenue le onde si rincorrono invano senza riuscire mai a
raggiungersi. Degli uccellini non più grandi di passerotti – sembrano gabbiani
bonsai – si muovono velocissimi sulla sabbia, becchettando.
Molti di noi si tolgono le scarpe, altri si arrotolano i pantaloni e Sandro
addirittura se li toglie restando in slip, esibizionista che non è altro. Fa
caldo, se si deve giudicare da Alba, che esibisce una gran quantità di pelle
nuda, oppure freddo, se si guarda me o Carla, tutte intabarrate.
E’ comunque una giornata bellissima, un vero regalo. Incrociamo alcuni in
costume da bagno, che camminano o se ne stanno stesi al sole. Sono praticamente
tutti grassi, vecchi e brutti, quelli che vengono al mare fuori stagione per
evitare gli sguardi critici della folla.
Cerchiamo di organizzare un Cammina e mangia per sabato – Sì, mangia, figurati,
interviene Roberto – La meta si sposta a velocità caleidoscopica: Parma per
vedere Correggio – che Sandro chiama “ Scoreggio”, non so perché – Modena per
vedere la mostra dei pittori della fine dell’8oo, Reggio Emilia, poi di nuovo
Modena, poi Parma e così all’infinito.
Ci spostiamo sulla sabbia asciutta , che è tiepida, e camminarci sopra è un
vero godimento. Cammina, cammina, cammina, dopo tre ore i piedi dimostrano una
certa riluttanza a staccarsi dal suolo,siamo piuttosto stanchi.
Arrivati a Riccione,Cate, Carla, Iso e più tardi anche Regina, si fermano a
mangiare in spiaggia. Il resto, noi che non abbiamo niente da rimproverarci e
quindi non dobbiamo autopunirci – andiamo alla ricerca di un ristorante.
Lo troviamo, da Lele, seguendo le indicazioni di uno del luogo, e ci troveremo
bene. Appena seduti, ci offrono un bicchiere di frizzantino e delle ottime
piadine, e ci intristiamo un po’ pensando alle nostre povere amiche, che
staranno sbocconcellando sedani e carote. Ordiniamo cinque fritti misti e tre
piadine imbottite, poi passiamo un bel po’ di tempo a decidere come dividere il
conto, dato che tre spendono 7 euro e gli altri il doppio. Dobbiamo dividere per
tredici oppure dobbiamo togliere 90 euro e poi dividere?, sì, ma allora come ci
comportiamo col coperto, il caffè e il digestivo? Alla fine, in attesa di
qualcuno più intelligente di noi, disperati dividiamo per otto. Ordiniamo le
bevande e si evidenzia un forte interesse per il vino bianco e l’acqua minerale
naturale. Ma poi, perché il vino rosso e l’acqua frizzante finiscono subito?
Ricordiamo l’exploit di Massimo che a Castel del Rio, davanti a una platea di
vecchietti esterrefatti , diceva che, con tutta quella gnocca, gli era venuta
una gran sete. Qualcuno dice a Roberto, per ragioni che adesso mi sfuggono, che
lui vorrebbe la botte piena e la moglie ubriaca e ho un vago ricordo, che emerge
fra i fumi dell’alcol , di essermi prestata ad impersonare la botte piena.
Per tutto il pranzo ridiamo molto, ma non saprei più dire perché, bisognerebbe
chiederlo al vino.
Usciamo dal ristorante e ci ricongiungiamo con le nostre amiche che si vede che
si sforzano di sembrare allegre, ma hanno una piega amara sulle labbra. Anna
chiede a suo marito perché non si toglie i pantaloni. Che volesse dirgli che se
li srotolasse? Chissà. Torniamo a Rimini in autobus. Arrivati là, facciamo le
prove per quando cominceremo ad incontrarci da Cate alle nove, poi via ognuno
per conto suo per poi trovarci alle sei per raccontarci cosa abbiamo fatto: un
gruppo va a visitare Rimini con la guida di Dani, altri sulla spiaggia a
prendere il sole.
Partenza alle sei meno dieci e arrivo a Bologna alle sette e mezzo.
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