1 febbraio 2012 - NEVICA!! - San Luca
Forte nevicata 50 cm -
andiamo a San Luca e rit - poi via Saragozza fino alla trattoria E' Cucina
in via Senzanome 6 Km
disl 200 m
ORE 2.30
IL DIARIO DI LAURA
Destinazione San Luca, bòna grazia
Partecipanti Anna Ch, Iso, Laura, Patti, Rita, Sandro ( Dani, Pino )
Durata Poco più di due ore
Nevica, e non si può neanche dire ‘ governo ladro ‘ perché
adesso siamo nella maggioranza. Alle nove e mezzo al bar Billi. Quanta neve sarà
caduta? Patti la misura sul tettuccio di un suv. Trenta centimetri , dice, ma
saranno più che in terra perché il tetto del suv è a un’altitudine maggiore.
Arriva Rita con le gote rigate di lacrime. Ho appena il tempo di
raccomandarle di non disperarsi perchè il tempo lenisce ogni dolore, che lei
mi dice che è per via del freddo.
Saliamo i gradini del Meloncello ed ecco che il cielo ci accarezza con un
tocco gelido, avvolgendoci in un mulinello di neve che si spolvera leggera su di
noi senza sciogliersi, facendoci assomigliare a dei pandori. Passato l’arco però
le cose migliorano, anche se per tutto il percorso dovremo tenere aperto
l’ombrello ,dato che non vogliamo muoverci nei pochi centimetri riparati , con
le spalle al muro come bassorilievi ambulanti. Il paesaggio è di una bellezza
assoluta. Il cielo ci ha steso sopra una tovaglia silenziosa, più bianca del
latte, che brilla di piccolissimi cristalli, e dire che non c’è neanche il sole.
Anche sotto il portico la neve cade “ silenziosa e lieve / volteggia e cade /
vola a seconda del vento / cade a falde sottili / come lame fragili / cade e
cade”. Il tempo è come un fiocco di neve – penso – scompare mentre cerchiamo di
decidere cosa farne. Mamma mia, come sono profonda. Salendo ci scaldiamo subito.
Patti è il primo ad accalorarsi e Iso gli dice: Spogliati! ( con una bassa
percentuale di erotismo, spero ). Sandro dice che andrà avanti a nevicare per
una settimana. Dio ce ne scampi e liberi, come faremo a sopportare le frasi
fatte dei telegiornali tipo “ la morsa del gelo “ ? Passiamo il secondo arco
aperto e il secondo tourbillon. Ci fermiamo a guardare due passerotti che
becchettano sulla neve. Chiamiamo Patti e Sandro che li fotografino, e ci
ripromettiamo di comperare una brioche al bar di S.Luca per sbriciolargliela al
ritorno. Ma su troveremo tutto chiuso – come del resto quasi tutti i negozi in
città. Riprendiamo a salire e quando mi rendo conto che Patti non c’è , mi volto
e lo vedo ancora là che fotografa. Ha dei problemi con l’uccello, dice Sandro. A
un certo punto si verifica un episodio preoccupante di regressione nell’infanzia
: Rita di mette a fare palle di neve e a tirarle – e che dire di Sandro che,
scesi in città, si metterà a scivolare sul ghiaccio con grandi falcate? Arrivati
in cima al colle, c’è un operaio che aziona una piccola macchina spazzaneve che
solleva dei bei turbini bianchi, l’ideale per chi volesse farsi una doccia di
neve.
Ma niente paesaggio, la visibilità è scarsa. Mentre scendiamo telefoniamo
a “ E’ cucina “ e prenotiamo per sette, perché Dani ci raggiungerà là. Quando ci
incontriamo, c’è anche Pino con lei. Ma ci sarà posto anche per lui? La
trattoria è piccola. “ Casomai lasciatemi fuori legato a un palo”, dice lui.
Entriamo , facciamo aggiungere un coperto e ci sediamo. Il posto è molto
carino, tutto istoriato di scritte sul pavimento e sui muri – le scritte sui
muri sono in tutte le lingue. Fra queste spiccano :” La vita è una scala, ma la
vista è bellissima “. Parla per te, che si capisce che sei giovane, vieni a
vedere il paesaggio da qui giù dove siamo noi! E un’altra, più realistica : “ La
vita è una tempesta e prenderlo nel c… è un lampo “. Brindiamo ripetutamente
alla neve. Ci portano un ottimo sufflè di grana, poi ordiniamo quali tutti la
ribollita ( nome d’arte dietro cui si cela un minestrone, per altro buono ).Pino
se ne sta come al solito a lavorare sul portatile. “ E’ sempre lì a pistolare il
suo coso “, dice Dani. Alla fine ci portano una torta di mele con cioccolato e
panna , poi il caffè, il tutto a dieci euro, vino compreso. Usciamo e dico che
mi sono molto divertita, perché sono un’anima semplice. Patti dice che lui
avrebbe avuto bisogno invece di qualcuno con cui parlare di Kant. E’ capitato
proprio male, che sfigato. Proprio come quelli che a novant’anni non sono ancora
laureati – così dice Crozza che il sottosegretario Martone ha corretto la sua
prima affermazione dopo che l’università di Bologna ha conferito la laurea a
Napolitano. Torniamo a casa in ordine sparso. Io vado a piedi. In strada due o
tre spazzaneve, un autobus sparuto e macchine di traverso nelle strade
secondarie.