diario di Laura
Mercoledì 14 settembre
Destinazione Monte La Fine
Partecipanti Anna, Alba, Carla, Dani, Jasmina, Laura, Patti, Sandro,
Ulli – più internazionali di così si muore
Durata 15 ore ( vediamo quanti leggono il diario )
E’ passato un anno dalla mia ultima passeggiata a piedi, ed eccomi qui, esultate pure. Alle dieci passano a prenderci qui a Loiano. Jasmina ci dice che sta per partire per il suo viaggio. E finora cos’ha fatto? Il riscaldamento, dice. Andrà in Sud America e ci resterà fino al prossimo aprile. Passiamo Cavrenno, con la sua caratteristica forma conica. Spiego che nel settecento era un vulcano ancora in attività, e il Marchese De Sade, passando di qui per andare a Firenze, una sera stette lì ad ammirarlo mentre eruttava. Dopo la Raticosa prendiamo a sinistra. Passiamo il Sasso di San Zenobi, e Sandro ci dice che nel 400 dopo Cristo il santo , che voleva sottrarre le anime che lì abitavano al diavolo, lo sfidò a chi sarebbe stato in grado di portar lì il sasso più grosso. Il santo si rivolse a Dio che gli lanciò questa piccola montagna verdastra che il santo si mise nella tasca del suo saio per portarla sul luogo della disfida. Il diavolo capì di aver perso, e sprofondò all’inferno fra le fiamme, che fecero diventar rosse alcune delle rocce circostanti. Vedete voi se avete voglia di crederci. Arriviamo all’imboccatura del sentiero La Fine , parcheggiamo e cominciamo a salire, godendoci gli sprazzi di paesaggio che compaiono fra gli arbusti e gli alberi, e mangiando more. Goethe ha proprio ragione, gli Appennini sono una meraviglia del creato. Non c’è una nuvola in cielo, fa molto caldo e si suda anche se viaggiamo verso i 1000 metri. Arriviamo alla croce in cima al monte, e ci fermiamo un po’ a riposare e mangiare cioccolata. Sulla croce non c’è la targa col nome del monte, e Sandro sembra molto contrariato, chissà perché. Cominciamo a scendere verso l’agriturismo dove abbiamo prenotato il pranzo. Quanto tempo ci vuole per arrivare?, chiediamo. Poco se troviamo il sentiero giusto, molto se ci perdiamo, è la risposta sibillina di Sandro. Ma ci andrà fatta bene, e dopo mezz’ora ci troviamo all’agriturismo, che anche lui si chiama La Fine – non è un po’ allarmante come nome? Entriamo e Sandro fa la foto di Madonna con bambino e Pattarin. Mangiamo tortelli di patate coi funghi, poi ficattole – sono come le nostre crescentine, però a forma cilindrica – col salume, tutto buonissimo ( e anche il prezzo sarà buono ). Poi festeggiamo Patti, consegnandogli un buono per ritirare il libro che voleva, ma che usciva stamattina e un grande biglietto in cui gli comunichiamo che 1) piotòst che gninta l’è mei piotòst 2) lui è più bello e più temperato di una giornata d’estate 3) che ha il diritto di perseguire la felicità 4 ) una dedica in tedesco di significato oscuro eccetera. Alla fine arriva una torta con una candelina per Alba. che non riusciamo mai a festeggiare perché compie gli anni il giorno di Ferragosto. Dopo esserci riposati una mezz’oretta nel giardino, torniamo verso le macchine. Scendiamo a caso, e solo la fortuna ci porta sulla statale. Arriviamo giù e vedo la macchina di Sandro. Mi si allarga il cuore, ma subito mi si restringe, perché è della stessa marca e dello stesso colore, ma non è la sua. Quindi ci tocca fare ancora della strada, e sull’asfalto. Arrivati alle macchine, mentre ci leviamo le scarpe, Sandro ci chiama : sotto il cartello che indica l’imboccatura del sentiero “ La Fine “ è comparso un cartellino : “ di Berlusconi, speriamo “. A mezzanotte siamo a Loiano, dove ci salutiamo dando appuntamento a Jasmina per il prossimo aprile.