IL DIARIO DI LAURA
Destinazione Prati di Mugnano, per vedere i campanellini
Partecipanti Cate, Iso, Laura, Rita, Sandro. Siamo in cinque. Ma allora perché, nella discussione
politica che abbiamo fatto in macchina, sono emersi sei diversi punti di vista?
Durata tre ore e venti. Sarà contento il mio ortopedico, che mi ha detto di non fare
passeggiate di tre ore
Alle nove meno un quarto alla Meridiana. Facciamo colazione, salutiamo Patti che è venuto a trovarci ma non può venire con noi, e poi partiamo. Quella nostra di oggi sarà una corsa contro il tempo, perché potrebbe venire a piovere da un momento all’altro – ma alla fine ci andrà fatta bene. In macchina parliamo di politica e l’atmosfera gradatamente si scalda, poi va in ebollizione, poi deflagra e a questo punto Sandro comincia a urlare e la macchina rulla , beccheggia e sbanda ( forse sto un po’ esagerando ), fintanto che non riesco a convincere Rita a non provocarlo. Potrà farlo non appena saremo scesi a terra. A Battedizzo parcheggiamo,scendiamo e cominciamo la nostra passeggiata, tutta su sentieri rigorosamente melmosi e quindi pericolosamente scivolosi. Sono le dieci meno venti. Entriamo subito nel parco dei Prati di Mugnano. Il cielo non promette niente di buono e gli alberi tendono i loro rami spogli in trame dolorose. Ma a terra – oh, meraviglia! – ecco la prima viola. Nella foga di esprimere un desiderio , chiedo che il capo dell’opposizione vada in esilio perpetuo ad Antigua, bruciandomi così la possibilità di chiedere la pace nel mondo. Ma per fortuna ecco anche la prima primula! E man mano che andiamo avanti i ciuffi di fiori si infittiscono, e compare l’elleboro, le scille – i cariddi fioriscono più tardi – e infine vaste distese di campanellini bianchi, grossi e turgidi, una bellezza. Purtroppo venerdì nevica, ma non abbiamo il coraggio di dirglielo. Sandro si congratula con se stesso per il suo fiuto : ci ha portato al posto giusto nel momento giusto. “ Ma non potrebbe usare il suo fiuto per trovare i tartufi? “, si chiede Rita. Siamo circondati soprattutto dalla melma, ma ci sono anche alcune rocce e Sandro dice che gli piacerebbe parlare con loro per sapere qual è il loro concetto del tempo e che impressione fa vivere cinque miliardi di anni. Delle volte è così profondo che in certi punti non si tocca. Ma Cate non è d’accordo con me e dice che sono cazzate, al che lui ribatte che Grillo dice cazzate e nonostante ciò ha avuto otto milioni di voti, e quindi rivendica il suo diritto di farlo anche lui. Arriviamo in cima alla collina, da cui si vede un bel paesaggio ampio, con prati di un verde tenero in lontananza. Da questo momento la vegetazione cambia: ci sono piante xerofile come querce, ginestre, elicriso – che se lo stropicci fra le dita sprigiona un dolce profumo di Grecia. Cominciamo a scendere e sulla sinistra c’è uno sfondarione che, se solo perdessimo l’equilibrio – e non è difficile dato il fango – bisognerebbe raccoglierci a valle con l’aspirapolvere. Ma fortunatamente questo non succede, anche se in un punto particolarmente difficoltoso mi tocca sedermi nel fango e scivolare un po’ lungo il sentiero. All’una arriviamo alla macchina e dopo poco siamo a Brento, alla trattoria Monte Adone. Ci sediamo davanti a una bella vetrata che da’ sulla valle e ci prendiamo tutti il menu di lavoro : tortelloni / tagliatelle, carne alla griglia, patate fritte, vino e caffè, il tutto a 11 euro e buono. Sandro ci chiede se vogliamo camminare ancora, ma poi consulta il suo palmare e vede che, a due chilometri da dove siamo, sta piovendo. Quindi abbandoniamo l’idea. A casa alle quattro.