3- mercoledì 6 ottobre 2010
Molino del Pallone - Campeda nuova - Campeda vecchia - Casette - Pavana
ORE 4.30   disl 450 m  9 Km

Treno per Molino del pallone
Strada da Molino del Pallone a Campeda nuova - sent. 169 fino a Campeda vecchia - sentiero 155 fino a Casette - strada asfaltata fino a Pavana
Bua per Porretta poi treno

DIARIO

Partecipanti                  Alba, Anna Po, Anna Chiarini, Cate, Dani, Gio, Iso, Laura,Mariella, Patti, Rita, Sandro, Titti,Umberto

Alle nove meno dieci da Cate, poi di corsa alla stazione di Casalecchio a prendere il treno . Una volta saliti su troviamo tutti quelli che vengono dalla stazione centrale:  siamo una folla.
 A Porretta scendiamo. Sul binario uno c’è un capellone che attira la nostra attenzione. Ah, è Paolo, che è qui forse per controllare se Alba è proprio con noi. Baci e abbracci e poi via di corsa a prendere l’altro treno.
 Scendiamo a Molino del Pallone, e riempiamo tutto il paese. “ Vedi, tu che ripeti sempre che qui non viene mai nessuno? “, dice una signora all’amica . Nell’unico negozio di alimentari la commessa – che non ha problemi di tempo, probabilmente come tutti gli altri abitanti del paese – va a una lentezza esasperante, tanto che alcuni  di noi se ne vanno estenuati  al bar, senza fare acquisti. Per di più prende le fette di salume con le mani, così viene adeguatamente rimproverata e si sorprende moltissimo.
 Ci avviamo verso Campeda, e la strada si snoda attraverso splendidi paesaggi di montagne incontaminate  che scendono morbidamente a valle e che se solo ne avessi il permesso definirei vellutate.
 Arriviamo a Campeda nuova – che però sembra vecchia, come dice Sandro – dove ci aggiriamo un po’, soprattutto  ad ammirare i due paesi di fronte, Lustrola che sboccia dal verde sulla destra e Granaglione sulla sinistra.
 Poi prendiamo il sentiero 155 per Casette – per il numero tiro a indovinare, d’altra parte non lo sapeva neanche Sandro, quando al ritorno gliel’ho chiesto, e quindi chi mi contesterà? .
 Cominciamo il sentiero fischiettando, ma ben presto ce lo troviamo interrotto da una frana, che oltrepassiamo con grande sprezzo del pericolo. E dopo diventa impegnativo, scivoloso e pericolosamente inclinato verso lo strapiombo, con tante buche scavate dai cinghiali, e c’è chi cade. L’umidità  supera il 100% e sudiamo  moltissimo. Mentre andiamo, ci fermiamo a raccogliere castagne e funghi – ce ne sono tante famigliole graziosissime dai colori delicati, e Iso troverà addirittura un grosso porcino. A un certo punto vediamo, seminascosto dalle foglie, un animaletto dall’aspetto preistorico. E’ marroncino, trasparente e con gli occhi a catarifrangente. Per vederlo meglio, Iso cerca di tirarlo su, e gli dà una gran mazzolata che lo lascia tramortito. Così probabilmente oggi si è estinta una specie che era sopravissuta per milioni di anni, che tristezza.
 Casette, che doveva essere lì a due passi, sembra allontanarsi mentre andiamo, e ci arriviamo solo alle due e mezzo. Il paesino sembra abbandonato . Ci sediamo nella piazza centrale tutta erbosa, su panchine di pietra e gradini laterali, e mangiamo. Per fortuna Sandro ha portato una bottiglia di vino e Iso il caffè! 
 Umberto e Alba se ne stanno appollaiati in cima a una scala, e parlano fitto fitto ( Dopo diranno che lei gli ha venduto il suo biglietto di ritorno perché stasera si fermerà a Porretta, ma noi non siamo mica così ingenui da credergli ). A un certo punto vediamo anche che lui le dà cinque euro, e poi discutono su altri dieci centesimi. Gli facciamo una foto da mandare ai rispettivi coniugi, poi lasciamo affiorare il bambino che è in noi, Patti va vicino a loro e dietro le sue spalle Gio canta “ E io tra di voi “ . La cosa ci sembra molto divertente, sarà stata quella bottiglia di vino che ci siamo scolata in  tredici. Poi un gruppetto va in giro  in ricognizione e torna con dell’uva fragola, buonissima.
 Alle tre e mezzo ci rimettiamo in cammino. Fino a Pavana, tutta strada asfaltata , perché non riusciamo a trovare un sentiero percorribile.
 A Pavana prendiamo l’autobus per Porretta, dove arriviamo giusto in tempo per  il treno, alle 17,20.
 Durante il viaggio di ritorno Anna Chiarini, un vulcano in piena attività, lancia a mò di cenere e lapilli, una serie di proposte fra cui quella di fare, durante le passeggiate, delle interviste ai villici che incontriamo. Le ricordo l’esperienza di Chiapporato, dove la signora ci congedò alla terza richiesta di informazioni con un “ Troppe domande “. Sandro quindi propone di ricorrere a interviste taroccate e si offre di farsi intervistare mentre scolpisce uno stuzzicadente da un troncio. A casa alle sei e mezzo. ( Un ringraziamento particolar va ad Anna Chiarini, senza il cui apporto prezioso questo diario non avrebbe potuto essere scritto ).