17 giugno che poi è il16
Si va al mare a Lido di Dante, ma più che altro si va vita balneareDIARIO

 

Martedì 16 giugno ’09

Destinazione                 Lido di Dante

Partecipanti                  Cate, Dani, Marvi, Iole, Sandro, Alberto, Laura, Gio, Iso-

 una compagnia molto simpatica e variegata. Patti non c’è: deve andare dal dentista, o almeno così ha detto

Durata                            neanche un’ora

 

Perché poi di martedì? Perché il nostro metereologo di fiducia dice che domani arriveranno dei temporali, il che non è il massimo per gente che vuole arrossarsi ( Alberto ) o abbronzarsi ( tutti gli altri ). Alle nove e un quarto da Cate, che oggi deve fare un esperimento con la badante, per vedere se funziona. La giornata però non inizia sotto i migliori auspici perché, dopo che le aveva spiegato tutto per filo e per segno, lei le è corsa dietro una prima volta per chiederle se aveva preparato le cose per la nonna ( ma non è pagata per fare lei da mangiare? ), poi per sapere se oggi mangeranno assieme….. Speriamo in bene. Alle undici e un quarto siamo sulla spiaggia, un po’ tardi per fare la passeggiata e poi come si fa a trattenere Gio che, appena vede l’acqua non capisce più niente e ci si butta dentro? Quindi facciamo il bagno - chi più chi meno, nel senso che io e Iso camminiamo nell’acqua, mentre gli altri nuotano. L’acqua è calda e abbastanza trasparente, tenuto conto del fatto che il fondo è sabbioso e oltre la barriera è addirittura bella, mi dicono. Il cielo è azzurro , fa caldo ma è abbastanza ventilato, e non c’è ressa. Speriamo di non doverla rimpiangerla questa spiaggia quando saremo in Grecia. Io mi sono portata dietro il cappello di paglia comperato a Creta,col quale sembro una mondina ( secondo Alberto ) oppure una romantica donna inglese ( secondo tutti gli altri ).
 All’una siamo tutti lì ordinatamente seduti al ristorantino del bagno Susy ad aspettare i risotti e le fritture di ‘mostri’ che abbiamo ordinato e che saranno buonissimi, come per altro le patate fritte. Il vino ce lo portano nella sua propria bottiglia, ed è Garzellino, che tutti sanno quanto sia raffinato. E il fatto che non abbiano cercato di camuffarlo mettendolo in caraffa è segno sia di onestà che di ingenuità. Mangiamo a quattro palmenti, ma ciò non ci impedisce di portare avanti una conversazione minimalista.
Ad esempio parliamo di Ligabue e Sandro dice che suo fratello minore si chiama Ligavitello e però non vuole dire come si chiama sua madre. Finito di mangiare, io vado a dormire con la famiglia Calari nella casetta che il fratello di Sandro ha affittato e che è tanto dispiaciuta alla Iole perché invece che vista mare ha vista piantagione di pomodori.
Gli altri vanno  a dormire sulla spiaggia. Alle quattro e mezzo scendo al mare e per tre quarti d’ora stiamo lì a discutere sul da farsi, andiamo a fare una passeggiata, andiamo a fare il bagno…
Poi Sandro e famiglia arrivano e gli lasciamo in custodia tutte le nostre cose – e anche Sandro, che è tutto rosso – e andiamo verso destra a camminare sulla battigia. Dopo un po’ inizia la spiaggia dei nudisti, quasi tutti uomini,e ci passiamo il tempo a catalogare i batacchi, suddividendoli per lunghezza, colore e inclinazione.
Alle sei dico che è ora di tornare indietro e Alberto, con insolità velocità, fa dietrofront, pur dicendo che se fosse per lui andrebbe a piedi fino a San Marino. Tornati al Bagno Susy, salutiamo e partiamo. Cate e Alberto resteranno, per portare avanti l’esperimento c on la badante. Speriamo che resistano alla tentazione di telefonare a casa. Alle otto siamo sotto la casa di Cate. Alziamo gli occhi per vedere se c’è qualcuno in terrazza. No, non c’è nessuno, probabilmente a Zora la terrazza sembra un luogo troppo pubblico per una brava ragazza marocchina. Resistiamo alla tentazione di suonare per chiedere come va, ci salutiamo e via verso casa.