19 NOVEMBRE 2016 - ANELLO MONTE ROSSO

Livergnano - sentiero 813 - Bortignano - sent.813a - Casola - sent. 809a - sent. 809 - Sadurano - statale - Livergnano
Ore 3    8,5 Km  disl. 300 m

Ben 14 partecipanti.
Pranzo al sacco poi sosta al bar di Livergnano: simpatiche le ragazze e buono il caffè.

Tempo soleggiato, con qualche nube nel finale.

FOTO

IL DIARIO DI LAURA

Mercoledì 16 Novembre 2016
Percorso                  : Livergnano – sentiero 813 , via Botrignano a nord del Monte Rosso. Poi   

                                  sentiero 813 a e 809 a fino al versante sud del Monte Rosso. Poi verso

                                  Livergnano, sentiero 809 che costeggia i costoni di Monte Rosso poi via

                                  Sadurano e piccolo tratto della Futa.

                                  9 km, 300 metri di dislivello

 Partecipanti             : Anna Ch, Anna Po, Camilla, Carla ,Cate, Gabri, Iso, Laura, Maurizia, Mimmo

                                  Miriam Patti, Sandro, Titti. Una folla ! Dove andiamo? Chiede Patti. Facciamo

                                  un anello, risponde Sandro. Ma ci staremo tutti? Replica Patti

 Durata                       3 ore

 Tempo                       Avercene di giornate così!

 Alle otto e tre quarti alla meridiana. Baci e abbracci. Partenza per Pian di Macina, dove ci aspettano gli amici che vengono da est. In macchina , Gabri ci informa che Nietsche sosteneva che le donne sono tutte amare, anche quelle più dolci. Patti dice che è vero, Mimmo non si sbilancia e Sandro dice che non lo sa, perché lui ne ha leccate poche. E ti pareva che perdesse l’occasione per dire boiate, visto che non c’è la Marvi! Alle nove e mezzo, a Livergnano visitiamo la toilette del bar che si affaccia sulla piazza, poi prendiamo il sentiero 813. Il cielo è del più bell’azzurro, ma Sandro dice che a mezzogiorno arriveranno le nuvole. No, arriveranno alle tre mentre torniamo a casa, e saranno bellissime , riempiranno tutto il cielo di  pecorelle. L’aria è fredda, ma nel corso della mattinata il sole la farà intiepidire. Appena usciti dall’abitato, appaiono sulla destra, lontano , il Cimone e le montagne accanto innevate. Bellissimi, sarebbe un panorama perfetto se ci fosse anche “ quelo “. Parto tutta allegra perché Sandro dice che il percorso è tutto in quota. Sì, col cavolo. Quando arriviamo all’imboccatura del sentiero che lui aveva scelto, scopriamo che non è agibile e quindi dobbiamo prenderne un altro che è tutto un su e giù con tratti ,per fortuna brevi , in cui si scivola sull’arenaria e sul terreno fangoso. Però è bello, col sole che fa degli arabeschi di luce  nel bosco e begli scorci di un paesaggio che emerge delicatamente da una nebbiolina leggera. A un certo punto camminiamo sotto i bei costoni di  Monte Rosso, che sono le nostre Dolomiti. Io resto nella retroguardia, assieme a Titti e Patti e , quando il sentiero sale, è bello vedere il gruppo che si snoda come un serpente colorato su per la salita. Ci fermiamo una prima volta in un’area attrezzata con un tavolo bellissimo fatto di grossi tronchi, ma sono solo le undici e mezzo e ci accontentiamo di spilluzzicare un po’ delle cose che ci siamo portati dietro. Dopo un’ora ci fermiamo in una radura al sole, neanche tanto umida. Dividiamo fraternamente il cibo con quelli che non hanno portato niente perché credevano che saremmo andati al ristorante – mai che leggiate il blog, dice il capo. Dopo un’ora riprendiamo a camminare. Arrivati a Livergnano ci sediamo al sole ai tavolini all’aperto del bar di stamattina a bere e mangiare. Io mi prendo un chinotto, che per me è come la madeleinette di Proust e mi richiama l’odore e il sapore dell’infanzia. E qui avviene un incidente di cui ci sono due versioni. Secondo la versione fornita da me, io ho appoggiato lo zaino sul tavolo e Cate ci ha sbattuto contro il suo bicchiere di birra che si è rovesciato sul tavolo, per terra e sullo zaino suddetto, che d’ora in poi manderà effluvi di birra e tutti mi guarderanno con sospetto come ubriacona. Cate invece dice che io ho colpito con lo zaino il suo bicchiere rovesciandolo. Interpellato in  proposito, Patti mi dà ragione, sostenendo che non si capisce perché Cate abbia messo il bicchiere sul tavolo invece che in terra. Ma non tutti sono d’accordo. Quando il sole tramonta dietro il palazzo di fronte a noi, si fa improvvisamente freddo, così ci alziamo e torniamo alle macchine. A casa alle tre e mezzo.