11 gennaio 2012 - Svizzera da Luminasio
Luminasio - sent. 104/A - Molino Mazzagatti - "Svizzera" - via Venola - Lago di Montasico - Monte Castellaro - rit sent.  142 poi via Mazzagatti
10 Km  3.15 ORE  disl. 400 m

IL DIARIO DI LAURA

Mercoledì 11 gennaio ‘12

Percorso                    Luminasio – via  Mazzagatti – mulino Mazzagatti – Svizzera 
Partecipanti              Alba, Anna  Po, Camilla, Carla, Cate, Dani, Iso, Laura, Lucia, Luisa,  Mariella, Patti,Sandro
Durata                        quattro ore e trentacinque
Velocità                      due km e mezzo all’ora

Al ritorno dalla passeggiata arrivo a casa, appoggio lo zaino, accendo il computer e comincio a scrivere, prima che la giornata affondi nella melma del mio cervello e scompaia per sempre. Dunque. L’appuntamento era da Cate alle nove meno dieci, ma io, Mariella e Patti siamo in ritardo, quindi ci troviamo con gli altri al Jakarta. Dopo  aver fatto colazione, riprendiamo la Porrettana,  voltiamo a destra un po’ prima di Marzabotto e, arrivati a Luminasio, lasciamo le  macchine e cominciamo la passeggiata. Sono le dieci. Ci dirigiamo verso la Svizzera – sì, ma dove si prendono i lingotti, che io non ho ancora avuto modo di acquistarne uno ? E’ una giornata splendida : l’aria è gemmea e il sole così chiaro che mi guardo attorno aspettandomi di vedere gli albicocchi in fiore, ma niente. Il paesaggio è quasi tutto color ocra, interrotto da grandi prati di un verde acceso. I rami stecchiti degli alberi segnano di trame nere il sereno del cielo – meno male che oggi Anna Chiarini non c’è che se no mi denunciava per plagio. Fa caldo, non c’è nemmeno bisogno dei guanti e poco a poco ci leviamo gran parte degli strati che ci ricoprono – per rimetterceli poi velocemente quando scendiamo in un ovvido dove fa molto freddo. Formiamo una lunga fila sfrangiata e Sandro si lamenta perché dice che dal momento che ci si rende conto che si deve fare la pipì a quando si sono fatti passare tutti, uno se la fa addosso.  Camilla va avanti guardinga – da quando la volta scorsa ha pestato due cacche in mezz’ora.
  Il carattere di Sandro oggi è molto migliorato: ieri sera, giocando a pallavolo, ha dato una testata tremenda contro il muro, e si vede che i dentini dell’ingranaggio che si era spostato  sono tornati al loro posto.
 A Caricatore andiamo verso Montasico e poi prendiamo il sentiero verso Monte Pastore. Saliamo e il panorama si allarga. Compare anche il Vigese, ma Sandro non ci fa la domanda canonica, perché se ne vede solo un pezzetto e l’identificazione è difficile. Finalmente arriviamo alla Svizzera. Siccome stiamo camminando da due ore e mezzo, chiedo a Sandro se ritiene che due  e mezzo per due faccia cinque – poi si scoprirà che invece fa quattro e trentacinque – e lui intuisce che è un invito a fermarci. Arriviamo quindi ad un bellissimo prato - di un verde che nessuno riuscirà a convincermi a definire vellutato – che si alza diritto verso il cielo. Ci allucertoliamo al sole  e mangiamo. Patti mi offre un clementino : dopo 18 anni che non mangio agrumi per via dell’esofagite, lui non se ne è ancora accorto. Finito di mangiare, Sandro sale in cima al prato e di  lassù dice che sembriamo una mandria al pascolo che rumina. Tutti si stendono al sole, alcuni si assopiscono, qualcuno russa, e la conversazione langue – oggi sono uscita col gruppo Mangia e svaccati. Sandro si è  messa una delle magliette che gli abbiamo regalato in Grecia, ma non ha avuto il  coraggio di mettersi quella osè. Gli strappiamo la promessa che se la metterà mercoledì prossimo, promettendogli che ci presteremo a rappresentarne le posizioni. All’una e mezzo prendiamo la strada del ritorno, perché alle quattro fa buio. Dopo due ore siamo alle macchine e di lì via verso casa, passando da Medelana per vedere se c’è ancora il buco, ma non c’è. A casa alle cinque e mezzo. E’ sta una giornata bellissima.

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