Il Diario di Laura

Mercoledì 14 gennaio ‘09

 Destinazione  1) S. Luca

        2) Cinema RomaPartecipanti acefali      Cate, Danila, Iso, Laura, Patti – quelli che non hanno paura di niente,che escono anche se le previsioni dicono che pioverà. Sandro non c’è, ha la febbre. Quando poi lo contatterò, mi dirà che la febbre gli è durata solo la mattina. Ma allora tu non volevi venire con noi, era una cosa di testa, dico io. No, dice lui, di culo.                     

Durata      2 ore e 40

 

Il diario oggi va in onda senza  i servizi video,  perché a nessuno è venuto in mente di portarsi dietro la macchina fotografica. Si faccia quindi riferimento alle foto fatte da Sandro mercoledì scorso – perché mi dicono che in quest’ultima settimana i portici non sono molto cambiati. Alle nove da Billi. Danila non era stata avvertita che avevamo cambiato il luogo d’incontro, quindi si era presentata sotto da Cate. Non trovando nessuno, mi telefona e io le suggerisco di dare un passaggio a Cate. Ma il telefonino di Cate è spento, così lei suona un campanello a caso e, siccome nessuno risponde, se ne va. Borges racconta di due a cui hanno mozzato la testa, che continuano a correre ancora per qualche passo, prima di accasciarsi al suolo. Ed è proprio quello che succede a noi, privati del nostro capo. Saliamo i gradini del Meloncello , poi ci fermiamo immediatamente: dove dobbiamo andare? Avanti, indietro, a destra o a sinistra?  Alla fine prevale l’idea di salire, assecondando il percorso del portico. Fa freddo e pioviggina, governo ladro. Dopo 40 minuti siamo in cima. Facciamo una breve sosta in chiesa, soprattutto per guardare il presepio. Usciamo, ci fermiamo a guardare il paesaggio di belle colline chiazzate di neve, poi riscendiamo.
 Cosa facciamo quando arriviamo giù? Ci sono due opzioni: 1) andare a visitare qualche chiesa   2) prendere l’aperitivo in un barettino vicino a casa nostra che ha scoperto Patti. Quale delle due pensate sia passata? Sì, esatto, la seconda. Al bar ci sediamo attorno a cornucopie di stuzzichini che ben presto scompaiono come neve al sole. Peggio delle cavallette, non so se la signora accetterà di servirci ancora. Poi, approfittando del fatto che il gatto non c’è, ci mettiamo a ballare – nel senso che ognuno fa quel che gli pare: Danila va a casa, e ci raggiungerà al cinema. Noi quattro rimasti andiamo dai Pattarin a mangiare un piatto di pasta al pesto, poi Iso se ne va a casa sua, ripassandoci poi a prendere. Cate, Patti ed io andiamo a riposarci  poi alle tre e mezzo, quando torna Iso, ci avviamo verso il cinema a piedi, e là incontreremo Danila. Un bel gioco d’incastri. Il film, però, non ve lo racconto.